Beh, stavolta mi devo ricredere!
Il libro narra due distinte vicende legate fin dalle prime pagine e destinate ad intrecciarsi in modo indissolubile. E' ambientato in una finestra temporale che va dal 1934 quando Marie-Laure scopre che sta perdendo la vista e Werner, un orfano davvero dotato, vive in una casa con la sorella e molti altri orfani. Due storie distanti ma che hanno in comune la voglia di vivere, a tratti solo sopravvivere in un periodo davvero buio della storia moderna. Forse il titolo non vuole solo ricordare questo ma, secondo me, anche la luce di cui risplende l'animo puro di persone buone, i nostri protagonisti, l'infaticabile padre di Laure o lo zio Etienne.
Werner è un talento naturale e proprio questo lo salva da un destino segnato dal lavoro in miniera e lo porta, attraverso la durissima scuola della Gioventù hitleriana, a specializzarsi nel costruire e riparare radio, oggetto che ama fin dall'infanzia quando, durante la notte, in compagnia della sorellina, ascoltava le trasmissione lontane che parlavano di scienze e di curiosità.
La storia è dura ma avvincente e scorre così velocemente che è una vera ingiustizia!
Come avevo detto, questo romanzo ha vinto il Pulizter meritatamente, davvero meritatamente. Infatti, secondo la giuria del Pulitzer, Tutta la luce che non vediamo è “un romanzo intricato e fantasioso, ispirato agli orrori della Seconda Guerra Mondiale e scritto in brevi ed eleganti capitoli che esplorano la natura umana e la potenza contraddittoria della tecnologia”.
Riassunto: da leggere assolutamente!
Stiamo ragionando se cambiare le regole di scelta del libro ma nel frattempo ecco cosa l'urna ci ha regalto.
"Il tutto mio"
di Andrea Camilleri
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