martedì 1 novembre 2011

Il Vangelo della Domenica

Dal vangelo secondo Matteo Mt 23, 1-12
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Ormai i rapporti tra Gesù e le autorità religiose del suo tempo sono definitivamente rovinati. Loro hanno già deciso di ucciderlo, e lui non parla più neanche con loro. Ancora Gesù si propone a noi come il vero maestro, colui che non solo insegna ma anche mette in pratica ciò che dice. Specialmente ai nostri giorni, così ricchi di personaggi bravi a parlare ma non coerenti nei fatti, si ricercano maestri capaci di mettere in pratica quanto insegnano.
Gesù è proprio tale e perciò si permette di darci insegnamenti davvero esigenti. Il tremendo consiglio di mettersi a servire gli altri per realizzare se stessi può essere dato solo da uno che per primo ha vissuto così, altrimenti sarebbe trattato da pazzo. Gesù ha dato se stesso servendo gli altri fino a dare la vita, come ha mostrato anche nel gesto profetico della lavanda dei piedi. Quindi può dire a noi suoi seguaci di seguire questo suo esempio. Anche se per noi può sembrare assurda la scelta di mettersi all’ultimo posto per arrivare primi, con un maestro così grande e coerente non possiamo tirarci indietro. Lui per noi ha già fatto tutto, a noi spetta solo di seguire il suo esempio, ricambiando il suo amore con l’offerta concreta della nostra vita ai fratelli.

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