Jo, la protagonista di questo romanzo, è una donna che vive un'esistenza tranquilla che, all'improvviso proprio un vero scherzo del destino, vince il Lotto, un'enorme fortuna in grado di permetterle di realizzare quei sogni da anni riposti in fondo al cuore. E invece cosa fa? Tiene in una vecchia scarpa nascosta sul fondo dell'armadio un assegno da 18.547.301 euro e 28 centesimi che, senza dirlo a nessuno, è passata a ritirare con la massima segretezza. Invece di iniziare a spendere, lei aspetta e pensa, fa liste su liste di desideri e, soprattutto, non ne parla con nessuno perchè tutti quei soldi la spaventano. Vive come niente fosse perchè, in fondo, la vita che ha le piace non chiede di più nonostante le difficoltà: un padre anziano che ogni sei minuti perde la memoria, una mamma morta troppo presto, due figli grandi e lontani, il blog e il negozio di merceria e anche un marito grossolano che la trascura. Ma un giorno tutto questo cambia (e non vi dico come) e questo la costringe a muoversi, a decidere cosa fare dell'enorme fortuna vinta e finalmente a dare una svolta, anche se non è quella progettata, alla sua vita.
La grandezza di questa libro è, a mio modesto parere, nella sua delicatezza ma con molto da dire. Mi ha sorpreso che un libro così vicino all'animo femminile sia stato scritto da un uomo, Gregoire Delacourt il quale sostiene che la sua carriera da pubblicitario lo abbia davvero aiutare a comprendere l'animo femminile.
In una sua intervista, sostiene che «San Tommaso d’Aquino diceva che la felicità è continuare a desiderare ciò che si possiede. La vera felicità è gratuita. È nell’eleganza di una donna, nelle parole, nello humour, nel riso di un bambino, in un cane che ci viene incontro scondinzolando, nello spettacolo di un’alba… Andiamo troppo in fretta: vogliamo, in fretta, un’auto nuova, una bella donna, un nuovo iPhone. Non si ha il tempo di avere il piacere delle cose. Io credo che dovremmo ritrovarlo. Il denaro ci assicura una vita più confortevole. Non a caso, nel titolo del libro "Le cose che non ho" l'avverbio "non" è scritto in modo diverso dal resto come ad indicare una possibile lettura doppia proprio del titolo stesso, a sottolineare come quella parola possa cambiare e in modo drastico il suo senso.
Per il prossimo appuntamento, ormai di piena estate, l'urna ci ha regalato un romanzo che ci porta dall'altra parte dell'oceano, stiamo per leggere ...
"Il gusto proibito dello zenzero"
di Jamie Ford
Per sapere quale è stato il libro precedente, cliccate qui
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