lunedì 3 gennaio 2011

E continuano a chiamarla "Missione di pace"

Proprio oggi si celebrano i funerali di un altro caduto in Afghanistan, il 35-esimo da quando le nostre truppe sono in quell'area, colpito a morte proprio nell'ultimo giorno dell'anno.
Un ragazzino, poco più che ventenne, con tutta la vita davanti e gli ideali di uomini di un tempo.
Sognava di essere un'alpino come il nonno e tale è stata la sua scelta.
Ma chi sono davvero questi uomini che lasciano casa e famiglia, mogli e fidanzate, che vanno in un luogo pericoloso, consci che il passo successivo potrebbe essere l'ultimo, che il giubbetto antiproiettile non sempre ti salva la vita, uomini e donne che vorrebbe che del loro servizio in terra straniera se ne parli più spesso e non solo quando c'è un lutto...
un dolore per tutti...
e la chiamano ancora "Missione di pace"!
Nello scorso autunno SKY ha trasmesso una serie di speciali davvero belli, realizzati da Fabio Caressa, lo stesso che commenta le partite di calcio sulle reti sport della tv satellitare, che, nel migliore dei modi, ha raccontato la vita dei soldati laggiù, spiegando delicati problemi geopolitici, come il retrovia pachistano della guerra, una vera polveriera, con un tono semplice e privo di qualunque verità precostituita o preideologizzata.
Un lavoro realizzato lo scorso Agosto (davvero molto attuale) e per il quale si è "aggregato" ai soldati allo scopo di raccontarne la loro vita quotidiana. Il quadro che ne esce è sorprendente, per l'altissimo livello di professionalità e l'ideale, insito in ciascun di loro, di fare una cosa che può cambiare il mondo, come se fosse una cosa alla portata di tutti... o forse lo é.
Ve lo consiglio, c'é in Internet (quello sotto è solo il trailer) e ne vale la pena.

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