martedì 25 gennaio 2011

Il Vangelo della Domenica

Dal vangelo secondo Matteo Mt 4,12-23

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

Riprendendo la lettura continua del Vangelo di Matteo ritroviamo subito il suo stile e soprattutto la sua preoccupazione di segnalare sempre come tutto accada perché era stato previsto dai profeti. Ma questo non significa solo che Dio è fedele alle sua promesse. Specialmente oggi ci aiuta a capire come il popolo che cammina nelle tenebre da secoli aspettava la venuta della luce.
E in effetti i primi discepoli rispondono in modo così immediato e senza condizioni alla chiamata di Gesù non perché sprovveduti illusi, ma perché erano in attesa di questi eventi. Possiamo anche pensare che in realtà avessero già sentito parlare Gesù, ma sicuramente erano ben disposti, erano in ricerca. Questo è l’atteggiamento giusto che tutti noi dobbiamo tenere: essere in ricerca, in attesa di Gesù e della sua parola. I ragazzi che quest’anno ricevono i sacramenti della iniziazione cristiana, ci ricordano forse come anche noi abbiamo vissuto con trepidazione alcuni momenti della nostra vita, in attesa dell’incontro con la grazia salvifica di Dio. Lasciamoci smuovere dalla loro vivacità e dalla parola del Vangelo, per rimetterci in cammino, desiderosi di incontrare Gesù e di poterlo seguire come nostra luce.

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