Oggi siamo tornati a scuola e io ne sono felice. Sembrerà strano ma mi pervade una gioiosa emozione e stamattina non ho fatto altro che sorride e salutare i colleghi, man mano che li incontravo, augurando loro buon lavoro: alcuni mi guardavano basiti ("ma cos'avrà da sorridere questa?"), altri rispondevano al mio saluto con altrettanto calore.La scuola è difficile ma è una sfida,o ci si arrende o si combatte e io voto per la seconda. Non è facile starci, è una macchina complessa che è il simbolo perfetto di quale paradosso sia il nostro paese, ma ne vale la pena perchè una nazione ricca ed ignorante è destinata a scomparire.
Vi lascio un brano tratto dal libro di Beppe Severgnini, "L'Italia spiegata agli stranieri", di cui vi ho già parlato qui, e auguro anche a voi un buon anno scolastico.
Guardateli. Adolescenti robusti, ragazze belle, capelli folti, nudità allegre. Telefonini e motorini accesi. Biciclette incatenate. Zainetti colorati e pensanti: gli studenti dei primi anni sembrano gnomi costretti a trasportare pietre dalla miniera. [...] |
Vi lascio anche il riferimento per l'editoriale di Marco Rossi Doria, uscito sulla Stampa oggi con un titolo quanto mai propositivo, "Apriamo il cantiere della speranza"
E neanche questo è male: "ricominciamo a far pensare" dal sito di Republica.it
PS: lo so che stavate aspettando le foto della Sagra. Domani provvedo, promesso!
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