Ieri abbiamo festeggiato la fine della Settimana dell'Oratorio.
Dopo il convegno di sabato 23 (e di cui non vi ho ancora detto niente ma ci sto lavorando), l'incontro con don Enrico Bastia (idem) e la fiaccolata, ora é arrivato il momento di una celebrazione eucaristica e dove se non in Oratorio, nel salone del teatro?
E in un salone davvero pieno pieno dove ha fatto la sua bella figura la nostra casa, costruita grazi all'impegno dei raggazzi di terza Media. Più che una casa è un condominio, con le 5 stanze richieste una sopra l'altra, dove ciascuna sostiene l'altra e tutta in bei colori sgargianti: rosso come l'Energia, verde come la Speranza, azzurro come la Serenità, giallo come l'Allegria e bianco come la Pace. Ma è pure abitata perchè un'Oratorio vero non può essere una bella scatola vuota.
Un bel momento anche per riflettere su cosa significhi l'Oratorio per ciascuno di noi,un rifugio, una casa, un albergo o un posto di fare danni... tipo sfasciare una panchina di cemento? Fra vandali e brava gente, il nostro Oratorio cammina, è espressione dei tempi e, con ogni nuova generazione (e nuovo parroco), cambia faccia, prospettiva e piani.
E cosa manca ancora? ... una bella pizzata!
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