mercoledì 17 novembre 2010

Gentili per scelta

Il 13 Novembre è stata celebrata la Giornata Mondiale della Gentilezza, lo sapevo ma con tante cose da fare mi è scappata. Meno male che c'é Cristina che mi ricorda le cose importanti e, in questo caso, mi ha mandato questo brano tratto dal Corriere della Sera.
Oggi è la giornata mondiale della gentilezza.
Dimentichiamocelo pure, oggi, ricordiamocelo però gli altri 364 giorni dell' anno. In Italia lo è dal 2001, a Tokyo dal 1988.
Gentilezza non è debolezza ma forza, eccone qui un esempio, un fatterello successo proprio a Tokyo: io che qui in patria credo di non aver mai buttato nemmeno un centimetro anzi nemmeno un millimetro di qualcosa per terra, proprio là, nella città delle metropolitane più affollate e immacolate, proprio là, sono andata a compiere il misfatto. Non ero in un tempio, ero in una stradina e c' era un mercato, un gran via-vai. Camminavo, guardavo, si potevano assaggiare dei cibi, erano squisiti. Ma poi, una minuscola pallina che avevo messo in bocca credendola dolce o almeno salata o almeno agrodolce mi si rivelò niente di tutto ciò, un sapore inquietante, d' istinto la sputai nel palmo della mano e da lì, ahimè, la feci scivolare per terra, avrà avuto cinque sei millimetri di diametro. All' istante dal nulla si materializzò una gentile signora, mi si avvicinò a passetti, si chinò ai miei piedi, con un fazzolettino raccolse il minuscolo rifiuto e senza dire una sola parola lo infilò in una specie di borsina-pattumiera che portava in vita, piccola come quelle dove noi viaggiando teniamo documenti e carte di credito. Non una parola e nemmeno un' occhiataccia, niente di niente prima di svanire di nuovo nel nulla.
Senza dubbio il più tempestivo efficace silenzioso gentile rimprovero mai ricevuto. Chi se lo dimenticherà più?
Str... di uno str... sta gridando qui un tizio, anzi no, è una tizia, anzi è una ragazzina, bionda con gli occhi celesti sembra uno zuccherino e parla come uno scaricatore di porto (si diceva una volta: oggi possiamo dire parla come uno qualunque, come uno dei tanti, come uno in tv). Comunque di incontri gentili ce ne capitano ancora. Ne restiamo sconvolti, li raccontiamo, li telefoniamo, li citiamo, li scriviamo nel diario, ne facciamo un articolo, una mail o almeno un sms. Di sicuro non li dimentichiamo. Dicono siano contagiosi, ma pare un' epidemia che stenta a far vittime. E a dire il vero non tutti li apprezzano.
C' è anche chi di fronte a una gentilezza ricevuta si mette subito in allarme, sul chi va là. Gatta ci cova. Cosa si nasconderà dietro? Cosa mi chiederanno poi? Diffidano, temono trappole, si muovono guardinghi come si trovassero all' improvviso in un terreno del tutto sconosciuto, in un campo minato. (Una decina d' anni fa pubblicai un libro intitolato «Gentilmente». Non ha venduto milioni di copie....).
RIPRODUZIONE RISERVATA
Lamarque Vivian

Nessun commento: