martedì 22 febbraio 2011

Nulla cambia

Questo libro, vi confesso, non l'ho finito ma anche altre del Club non l'hanno finito... quindi non mi sento così in colpa. Non che sia un libro brutto, è scritto in modo esemplare, con una ricchezza di particolari esagerata, ma è lento, lento, lento.
La vicenda, come l'autore, è calata nella campagna inglese dell'Ottocento e rappresenta la società medio-borghese dell'epoca. Tutto ruota intorno al ricovero per anziani amministrato dal reverendo Harding, uomo buono e amabile che cura con un interesse più profondo del semplice dovere gli ospiti di questa casa lasciata da un benefattore locale, il signor John Hiram, ben 400 anni prima. Quando il testamento di quest'ultimo viene impugnato da John Bold, pretendente riamato della figlia dell'amministratore, la sete di soldi e di un facile guadagno trasforma gli anziani del pensionato, rendendoli bramosi di una maggiore disponibilità economica nonostante le malattie. Del quadro fanno parte anche il genero dell'amministratore, l'arcidiacono Theophilus Grantly che difende la posizione dell'amministratore e del vescovo, suo padre. In buona sostanza tutto il romanzo è l'articolata risposta alla domanda "Perché Eleanor Harding non dovrebbe amare John Bold?", insomma quanto basta ad uno scrittore dell'Ottocento inglese per riempire almeno 200 belle pagine.
Ma due cose non proprio sciocche si possono dire su questo romanzo:
1. "Nulla cambia", quando si prospetta la possibilità di avere un facile guadagno anche la persona più mite diventa vittima della "fame di ricchezza", senza valutare se questa sia legittima, se non crei danno ad altri, se sia davvero la cosa giusta. Così i nostri anziani, che per anni hanno goduto del beneficio del'eredità, si trovano, a causa abbandonata in una condizione più misera dell'inizio, beffati dalla loro stessa ingordigia.
2. "Nulla cambia" e mi riferisco a come la vicenda, una volta arrivata sui giornali, sia stata da questi montata e cavalcata per mostrare lo scandalo, mentre, quando la vicenda si chiude, sollevando l'amministratore da ogni colpa o sospetto, nessuna attenzione le viene riservata. Proprio come oggi! Finchè una notizia ha in sè qualcosa di immorale, veicolo principe per la curiosità umana, la stampa la fagocita e ce la vomita addosso ad ogni edizione di telegiornale o giornale che sia. E quando questa termina, evidenziando che tutti questi "pruriti" non c'erano o che, molto peggio, la vicenda non è stata capita nè correttamente comunicata, di essa si perde traccia, come se non fosse "corretto" mostrare un lieto fine.

Sappiate che questo romanzo ha persino una pagina Wikipedia tutta sua. Se la volete leggere, cliccate sull'immagine della copertina.

Il prossimo libro é
"Agnes Browne" di Bredan O'Carroll

Per sapere quale è stato il libro precedente, cliccate qui.

Nessun commento: