domenica 8 luglio 2012

From my diary... Lettera n°1

Alla mia Betta.
Sai, starmene seduta in mezzo a queste macerie e al legno ormai scalfito dalle intemperie, mi fa riprovare quei brividi... te li ricordi? Quelli che entrambe abbiamo provato la prima volta che siamo venute qui, insieme.
Ricordo che mi stringevi la mano talmente forte per la paura, che me l'avevi fatta diventare viola! Dobbiamo ammettere, però, che questa casa abbandonata è stata la nostra fortuna: non potevamo trovare un luogo migliore per trascorrere gli interminabili pomeriggi di primavera o le afose serate d'estate. Questa tetra e isolata fortezza è sempre stato il luogo dove ci rifugiavamo dopo le infinite ramanzine di mia madre o le sgridate della tua. Qui ci siamo raccontate storie di paura illuminate dalla luce spettrale di una candela, abbiamo riso fino alle lacrime dopo uno scherzo ben riuscito a tuo fratello, ci siamo sussurrate all'orecchio segreti e pettegolezzi e abbiamo sgranocchiato pop-corn guardando film romantici sul mio portatile...
Beh, ora è meglio che la smetta di abbandonarmi ai ricordi perchè altrimenti va a finire che mi metto a piangere come ho fatto l'altro giorno quando ho ritrovato in un cassetto del mio comò una nostra foto di quando, all'asilo, dormivamo vicine mano nella mano.

E ora, cara Betta, è arrivato il momento che ti dica il perchè ho riaperto questa pagina di passato che ormai sembrava terminata anche se senza un lieto fine. Questa e le altre lettere che seguiranno e che tu naturalmente non leggerai MAI, mi servono semplicemente per sfogarmi di un dolore che prima d'ora non ho mai raccontato ad anima viva; pensavo di aver già scritto anni fa la parola fine a questa storia, ma mi sono resa conto che non è così.
Ripercorrendo a ritroso il cammino della nostra amicizia impreco per l'innocente ingenuità che ho dimostrato da quando lei è arrivata rovinando tutto. Dapprima l'avevo sottovalutata perchè sapevo che avrebbe passato solo l'estate nel nostro stupendo paesino di montagna che durante le vacanze estive si anima grazie ai numerosi turisti. Negli ultimi giorni, anzi nelle ultime settimane, però lei aveva iniziato a penetrare quella barriera protettiva che ci eravamo create intorno... Solo ora mi vengono in mente gli indizi che una parte di te inconsciamente mi trasmetteva, incitandomi a stare all'erta: i tuoi occhi adoranti quando lei raccontava qualcosa, i mille favori che le facevi e i nostri segreti che, non si sa perchè, da quando era arrivata circolavano di bocca in bocca. E poi quella straordinaria coincidenza: dopo un mese che era ripartita per tornare nella sua grande e trafficata città, proprio nel momento in cui avevo tirato un respiro di sollievo, tu mi avevi annunciato che tuo padre aveva trovato lavoro in un altra città che, chissà perchè, era molto vicina alla sua e che, a breve, vi sareste trasferiti.
Dentro di me si erano insinuate ira, incomprensione, gelosia, impotenza e infine rassegnazione. Le lacrime incandescenti mi rigavano il viso quando ti ho urlato che non avrei più voluto vederti e sono scappata senza neanche pronunciare quell'addio che ho tanto rimpianto.

Oh che sollievo! Finalmente, dopo averti raccontato la mia versione dei fatti, il gigantesco nodo che mi chiude la gola da quando sei partita si sta allentando. Quindi dato che l'esperimento è riuscito credo che lo ripeterò...

 ...Ci sentiamo presto!



Nessun commento: