D'accordo che parlare di disabilità non sia facile, d'accordo che non era intenzione nostra trovare un libro che ne parlasse senza retorica ma questo volume è qualcosa che non è nemmeno facile da catalogare o spiegare. La storia è semplice, un padre che racconta le sue difficoltà con un figlio disabile grave, ma più che un romanzo sembra, anzi direi che è un'accozzaglia di pensieri, molto spesso anzi troppo spesso rabbiosi, nei confronti della situazione in cui la grave disabilità del figlio lo ha catapultato. Già dal titolo tutto è una provocazione visto che l'autore definisce così il cervello del figlio!
Poche pagine e poco scritte ma così dense di rabbia e di cattiveria da lasciare senza parole; non è "buonismo" il mio ma resta sospesa una domanda: "quale è la vera intenzione che l'autore/padre aveva quando ha scritto questo libro?"
Se volete leggere un libro sulla disabilità che vi lascia qualcosa su cui pensare senza "falsare" la realtà, vi suggerisco "Nati due volte" di Giuseppe Pontiggia o "La bambina, il pugile e il canguro" di Gian antonio Stella.
E dopo una serie di titoli "infelici", questa volta era obbligatorio proporre quancosa di "leggero" perchè spesso si desidera leggere storie belle, magari anche un po' mielose... ma direi che si può fare... ogni tanto. E così il prossimo libro del Club e'
"La quinta costellazione del cuore" di Monika Peetz
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