lunedì 5 ottobre 2009

Dal vangelo secondo Marco Mc 10,2-16
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro
Parola del Signore


Il vangelo di oggi sembra invitarci a celebrare la festa della famiglia. I personaggi ci sono tutti. Il marito, la moglie, i bambini, Gesù che benedice, ma soprattutto l’amore che supera tutto, anche i limiti della legge di Mosè.
La legge di Mosè, quella che ci insegna anche i 10 comandamenti, prevedeva una forma di divorzio, ma Gesù ci richiama alla volontà d’amore del creatore, per cui nessuna legge umana può sostituirsi alla volontà di Dio.
Tutti d’accordo, ma anche tutti pronti a ricordare come l’amore umano sia limitato, fragile, volubile e incostante, e quindi pronti a giustificare, anche se non a benedire, le diverse scelte nel tempo di tanti nostri fratelli e sorelle.
Ormai ci siamo resi conto che non si tratta di un problema di leggi. Le nostre leggi, rispetto all’atto di ripudio dell’antica legge mosaica son molto più giuste e attente alla difesa dei diritti, ma non salvano certo l’amore e la comunione tra le persone.
L’impegno della comunità cristiana non può limitarsi a ricordare il volere di Dio né tanto meno a volerlo imporre per legge. Per noi che vogliamo seguire Gesù, essere suoi veri discepoli, c’è una sola strada: quella dell’amore, da vivere e testimoniare quotidianamente, da insegnare ai nostri ragazzi e giovani se vogliamo costruire insieme il loro futuro . Il nostro primo dovere non è di riempire di regali o di insegnamenti i nostri bambini, ma piuttosto di riempirli d’amore, mostrando loro come l’amore, specialmente quando giunge al sacrificio e al dono di se, è più forte di qualsiasi cattiveria umana, perché ci fa pensare e vivere secondo il volere di Dio.

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