lunedì 19 aprile 2010

Il Vangelo della Domenica


Dal vangelo secondo Giovanni Gv 21, 1-19
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Proclamare questa pagina del Vangelo proprio il giorno della prima comunione, dà un sapore particolare alle parole di Gesù.
Certamente non sfugge il riferimento al pane eucaristico, offerto da Gesù ai discepoli sulla riva. E anche i 153 grossi pesci, simbolo della totalità dell’impero romano, il mondo allora conosciuto, ci invitano a portare a tutti la gioia dell’incontro con Gesù. Questo vale per i giovani amici della prima comunione, ma anche per tutti noi.
Ma è certamente il dialogo con Pietro che suscita ancor oggi emozioni. Pietro stesso si rende conto della richiesta particolare di Gesù, ripetuta tre volte per ricordagli il triplice tradimento. Ma ora, dopo la risurrezione e il perdono accordato, Gesù richiede nuovamente una scelta personale e decisa, fondata sull’amore, per la sua persona. Ed in effetti tutti i vangeli sono concordi nel sottolineare questa pretesa personale di Gesù. Non è un maestro come gli altri e neanche più bravo degli altri. Il fondamento del rapporto con Gesù non è tanto il suo messaggio e i suoi insegnamenti o miracoli, ma è proprio Lui. Tutto dipende dal rapporto personale che ciascuno di noi ha con Gesù.
L’eucaristia è il dono più grande e intimo che Gesù poteva farci. Abbiamo la possibilità di entrare in comunione profonda con lui, per ricevere la vita e la forza quotidiana per la nostra testimonianza. Rinnoviamo il nostro si a Gesù, a lui che sa tutto e sa che anche noi lo amiamo, e accogliamo il suo invito a seguirlo.

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