Siamo in ritardo!
Ve ne sarete accorti ma questo numero de "L'Eco del Palio" ha avuto una serie di guai alla sua produzione peggio di Fantozzi.
Ci sono ottimi motivi a nostra discolpa.
Il primo e fondamentale è che ciascuno di noi ha una vita sua, che significa lavoro, casa, famiglia.
“Bella scusa”, direte voi.
Vero, concreta ma decisamente insufficiente per farci perdonare.
Il giornale è il frutto del contributo di tutti, e questo si configura come un valore inestimabile, ma proprio in questo è la sua fragilità.
Se il testo richiesto è vergognosamente corto, questo va riscritto; se, peggio, il testo non arriva, e qui altre mille scuse o silenzi ai cellulari, qualcuno, ma in fondo sempre gli stessi, devono scrivere; se l’articolo manca di fotografie, queste vanno pensate e realizzate perché anche le immagini hanno la loro importanza.
E’ un ingranaggio complesso, fatto da molte ruote che si innescano a vicenda e, se una ruota rallenta o si inceppa, il funzionamento dell’intero meccanismo ne è compromesso.
Questo post vuole essere un richiamo deciso a tutti i collaboratori perché il giornale è nostro, di tutti noi.
E’ un’occasione d’oro di comunicare, di fare informazione, di esprimere pareri, giudizi, ammirazione ma anche critiche purchè tutto sia finalizzato a creare un clima sereno intorno a questo evento-tsunami che ci sta per investire, il Palio di San Bernardino. In un mondo dove sempre meno spazio è dato alla libera circolazione delle informazioni, abbiamo un margine in cui dire la nostra, bella o brutta che sia. Quanto ci si deve fidare di quello che il giornale riporta? Molto e, nello stesso tempo, molto poco. Molto, perché ogni articolo è sottoposto al controllo ed è firmato, quindi sappiamo con chi prendercela; poco, perché questo controllo dovrebbe essere integrato con una bella rubrica del tipo “I commenti dei lettori”. Infatti, questo giornale è un’impresa partecipativa, un collettore di notizie di vissuto e, a volte, di riportato.
E’ un’opportunità concreta per coinvolgere le persone perché la gente è curiosa e vuole saperne di più: la prova più concreta sta nel fatto che le precedenti uscite sono andate a ruba, tanto da farci pensare di una maggiore tiratura e distribuzione. Infatti da questo numero, potrete trovare “L’Eco del Palio” anche presso l’edicola di Via Brescia.
E’ una possibilità di riconoscerci ancora di più in quello che stiamo facendo, attraverso una memoria comune che le pagine di questo giornale offrono, costruendo ricordi da condividere con gli altri, di cui parlane negli anni a venire.
E’ un sogno e bisogna crederci.
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