venerdì 27 gennaio 2012


Il 27 Gennaio dell'anno 1945, l'Armata Rossa dell' Unione Sovietica ha aperto i cancelli del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz liberando i pochi sopravvissuti. Dunque, in questo giorno,ricordiamo i sei milioni di ebrei vittime della Shoah durante la seconda guerra mondiale. Questa parola di origine ebraica significa appunto: "catastrofe" e indica la brutale eliminazione di oltre un terzo degli degli ebrei insieme a zingari, slavi, omosessuali, handicappati; cioè tutti coloro che, secondo i nazisti, non costituivano la razza ariana: quella pura.
Per ricordare, fare memoria di ciò che è accaduto e ha lasciato un segno indelebile sull' intera umanità vi propongo due poesie sull' olocausto, tra le più famose, per non dimenticare ed evitare, un domani, di ripetere gli stessi errori!

SE QUESTO E' UN UOMO

“Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.”

PRIMO LEVI











C'E' UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE

C'è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede
ancora la marca di fabbrica
Schulze Monaco
c'è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio
di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c'è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald
servivano a far coperte per i soldati
non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas
c'è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald
erano di un bimbo di tre anni
forse di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto
lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l'eternità
perché i piedini dei bambini morti
non crescono
c'è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole...

JOYCE LUSSU













Se poi volete leggere qualcos'altro su questo tema consiglio: "Il diario di Anna Frank", " La stanza segreta di anna Frank" di Sharon Dogar, "Il bambino col pigiama a righe" di Jhon Boyne, " la stella nel pugno" di Robert Sharenow e per i più piccoli (dai 10 anni in su): "Un posto sicuro" di Kathy Kaeer e "Il libro della Shoah; ogni bambino ha un nome..." di Sarah Kaminsky.

Qualche film: "Mi ricordo di Anna Frank", "Il bambino con il pigiama a righe", "Shlinder's List", " vento di primavera", "L'uomo che verrà", "Un treno per vivere"...e molti altri ancora!!!

Concludo con un pensiero di Renèe Firestone:
"Io mi lasciai alle spalle non solo i ricordi ma anche la mia famiglia e tutti gli amici che non avrei rivisto mai più. Credo sia mio dovere di sopravvissuto fare in modo che il mondo sappia della shoah, perchè i sei milioni che sono stati assassinati non hanno voce".



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