domenica 22 gennaio 2012

Sarà anche un Nobel

Hemingway, un premio Nobel, una bibliografia lunga un kilometro ma... l'esperimento non ci ha convinto.
Forse abbiamo esagerato o il libro non era azzeccato. Insomma, il libro non ci è piaciuto nonostante l'idea di affrontare una raccolta di racconti ci aveva quasi convinto.
La scrittura, asciutta ed essenziale, senza troppi giri di parole, in pieno stile giornalistico, è forse il lato migliore ma le vicende narrate sono una raccolta di tristezze infinite, oltre all'onnipresente morte.
I temi dei racconti (questo non mi è del tutto dispiaciuto) spaziano dalle corride ai safari in Africa, dalla guerra alle gite di pesca e sono le fotografie del suo vissuto, passato in giro per il mondo e attraverso due guerre mondiali, entrambe in prima linea.
Tutto ciò evoca la sua vita intensa ma anche travagliata, chiusa tragicamente dal suicidio, all'età di 62 anni, a causa della depressione di cui soffriva da anni (anche il padre, due fratelli ed una nipote sono morti suicidi).
Che Hemingway abbia il suo fascino è indubbio, leggete "Addio alle armi" e poi ne riparliamo oppure beccatevi questa moderna versione dell'autore secondo Woody Allen.


Alla riunione del Club mancava Ornella che ha un parere tutto suo e che mi sembra interessante condividere.
"Dissento un pochino sulla prima parte della vostra recensione: non sono d'accordo sul tipo di scrittura definito "asciutto ed essenziale, in stile giornalistico", mi sembra invece, spesso, molto descrittivo... narrante vicende molto forti, spesso tragiche, ma umane, intense, piene di sentimenti e passioni. Uno stile e delle storie attraverso le quali prende forma un uomo "pasionario" puro, non da sposare certo, o da emulare, macomunque sincero e complesso, grande scrittore!"


Direi che l'esperimento del classico non ci ha del tutto convinto, quindi torniamo alla nostra routine.
Il prossimo libro é
"Margherita Dolcevita" di Stefano Benni
Per sapere quale è stato il libro precedente, cliccate qui.

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