Ma i nostri eroi hanno tenuto duro e la vendita era anche l'occasione per rinnovare il proprio sostegno all'Associazione stessa. Se non l'avete fatto, sappiate che potete recuperare alle prossime bancarelle.
Questo fatto mi permette di condividere alcune riflessioni circa il contributo alle scuole che, nei giorni scorsi, ha scatenato un vero e proprio delirio. Tutto parte da una circolare del Ministero che ribadisce che il contributo alle scuole statali, per le classi quarte e quinte, sia volontario. Verissimo, mai negato MA... visto il ridicolo budget di cui la scuola statale viene dotata, se la stessa vuole offrire servizi degni di tale nome qualcosa alle famiglie deve chiedere. Poi possiamo discutere di come e cosa viene chiesto. Ad esempio, se chiedo ai 300 bambini di un plesso scolastico di portare una risma di carta da fotocopiatore, devo però domandarmi dove vanno le 150.00 fotocopie che ne escono (esempio fatto da una mamma ad una trasmissione radiofonica). Nella scuola dove lavoro io, con questi soldi sono attivati i corsi di recupero (per i quali i ragazzi non pagano niente), viene aggiornata la dotazione tecnologica (usata da tutti gli studenti), vengono realizzati laboratori integrativi per quelle materie che la riforma ha massacrato e molto altro ancora. Niente di losco, tutto alla luce del sole e con l'approvazione ed il sostegno dei genitori rappresentanti in consiglio di istituto. Se qualche famiglia non può pagare (ISEE alla mano), gli si va incontro. Se qualcuno non vuole pagare rischia di innescare un meccanismo pericoloso che, a lungo andare, vedrebbe penalizzata l'offerta formativa data al proprio figlio.
Ma domandiamoci perchè le scuole devono chiedere questo alle famiglie? Quante risorse sono destinate alla scuola pubblica (per la privata è un altro LUNGO discorso)? E come sono gestite? Ad ogni nuovo governo, chi lavora nella scuola spera e prega perchè si faccia ordine e non solo tagli economici mascherati da riforme. Dare alla scuola le risorse e permettere loro di governarle sarebbe davvero un grande passo avanti.
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