Ieri sera abbiamo incontrato don Marco d'Agostino, vicerettore del Seminario vescovile di Cremona, che ci ha parlato di "Giubileo e Misericodia".
Partendo proprio dalla bolla con cui papa Francesco ha indetto questo Giubileo straordinario, ci ha guidato nella riflessione circa il significato di Accoglienza che parte dal verbo vedere: chi vede si accorge delle cose e, se ci si accorge, si accoglie. L'esempio più chiaro è quello narrato dalla parabola del buon samaritano: passano tante persone sulla strada ma solo il samaritano si accorge della sofferenza e agisce. La vita del credente - ha insistito don Marco - sta nelle scelte di fare qualcosa per gli altri, ma soprattutto nel come farle e nel perchè farle. L'accoglienza richiede spazio e per capire ciò ha suggerito anche un bel librino, "In nome della madre" di Erri De Luca, oltre alla lettura del documento papale.
Qui sotto è riportato il punto n.15, da cui la riflessione è partita, se volete leggerla tutta, la trovate QUI.
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In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi.
In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge.
[...] È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli.
Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti.
E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti.
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