lunedì 30 novembre 2009

Il Vangelo della Domenica


Dal vangelo secondo Luca (Lc 21,25-28.34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Iniziamo come sempre l’avvento con il richiamo alla seconda venuta di Cristo, alla fine dei tempi, quando verrà a completare l’opera della salvezza con l’avvento del regno definitivo.
Parole difficili da accettare anche perché dopo tanti secoli di attesa possiamo anche noi pensare, come i primi cristiani, che le parole del Signore non si sono avverate. Segni terrificanti, grazie anche ai mass media, ci sembra di averne già visti abbastanza e il male compiuto dall’uomo sembra senza fine, eppure il regno finale ancora non c’è. Gli stessi ebrei, al tempo di Gesù, invece della liberazione dai Romani, dovettero subire la completa distruzione del loro regno. Anche per noi rischiano di essere parole vane perché le interpretiamo male. Non attendiamo più una liberazione politica come allora ma forse addirittura non aspettiamo più nessuna liberazione. Viviamo in una società che fa della libertà personale, la libertà di fare tutto ciò che vuoi, e se hai i soldi anche quella di chiamare bene ciò che è male, il principio fondamentale, e forse un liberatore non lo aspettiamo più. Certo un liberatore materiale non serve ma forse siamo più schiavi adesso del conformismo, dell’ipocrisia, del politicamente corretto, del così fan tutti. Quindi abbiamo bisogno di un liberatore che alleggerisca dalle pesantezze e dalle distrazioni del materialismo imperante. Solo con il cuore libero e la mente aperta possiamo accogliere il figlio di Dio che viene a indicarci la strada della vera vita. Stiamo pronti e vegliamo, il Natale è già qui.

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