lunedì 11 gennaio 2010

Il Vangelo della Domenica


Dal vangelo secondo Luca 3,15-16.21-22
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

La prima domenica del tempo ordinario è dedicata al Battesimo di Gesù da parte di Giovanni il Battista, una nuova manifestazione di Gesù con l’investitura ufficiale da parte della voce che viene dal cielo: Tu sei il figlio mio, l’amato. Ma è soprattutto la presenza dello Spirito che appare sotto forma corporea, come di colomba, come a ricordare il nuovo inizio del mondo dopo il diluvio universale ai tempi di Noè.
Proprio la presenza dello Spirito ci aiuta a ripensare anche il nostro Battesimo. Infatti il nostro non è un battesimo di penitenza ricevuto da adulti desiderosi di conversione, ma, grazie a Gesù, un Battesimo in Spirito Santo e fuoco. Se vogliamo ridare il giusto spazio nella nostra vita al battesimo dobbiamo riconoscere la presenza dello Spirito. Oggettivamente è difficile per noi parlarne. Gli stessi segni che troviamo nella Bibbia sono molto umili e a volte poco significativi per la nostra mentalità.
Ma è soprattutto la nostra soggettiva propensione al pensiero materialista che rende arduo il vivere secondo lo Spirito. Anche i recenti fatti di cronaca italiana ci mostrano chiaramente come la nostra mentalità materialista se non viene corretta e sostenuta dai valori dello Spirito prima o poi scatena l’odio e la vendetta. Non bastano le leggi per regolamentare i nostri rapporti quotidiani. Queste devono trovare radici spirituali in ciascuno di noi. Senza un’anima anche le buone intenzioni di giustizia rimarranno deluse.

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