lunedì 1 marzo 2010

Il Vangelo della Domenica


Dal vangelo secondo Luca Lc 9, 28b-36
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

La seconda domenica di Quaresima ci presenta un altro brano evangelico fisso: la trasfigurazione. Come per il brano delle tentazioni possiamo farne una lettura estremamente positiva e consolatoria. Dopo aver dato il primo annuncio della propria passione Gesù vuol preparare i discepoli più vicini e quindi tutti noi allo scandalo della croce. La manifestazione della sua gloria e la voce dal cielo confermano che attraverso la passione e morte Gesù arriva alla gloria. Certo c’è ancora sconcerto e paura, al punto che non dissero niente a nessuno, ma la presenza di Mose ed Elia confermano la certezza della vittoria finale di Cristo.
Mose infatti viene riconosciuto in quanto rappresentante della legge e soprattutto dell’alleanza, quando Dio e il popolo si scambiano fedeltà, l’uno offrendo benedizioni, l’altro promettendo l’ubbidienza ai comandamenti. Questa antica alleanza è il riferimento concreto della nuova ed eterna alleanza stipulata da Gesù, con il suo corpo e sangue donati per noi.
La figura di Elia poi, raggruppando tutta l’esperienza e l’insegnamento dei profeti, ricorda soprattutto il grande guadagno, a livello mondiale, del profetismo ebraico: la spiritualità. E Gesù fa propria questa l’istanza fondamentale confermando che il Padre deve essere adorato in spirito e verità. E’ nel cuore dell’uomo che va scritta la nuova ed eterna alleanza. Così il nostro cammino verso la Pasqua viene confermato come cammino di popolo, che vuol rinnovare l’alleanza con Dio scrivendola nel proprio cuore, e dando il completo assenso con la mente e lo spirito, per portare poi i frutti degni di conversione che il Signore si aspetta.

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