martedì 25 maggio 2010

Il Vangelo della Domenica


Dal vangelo secondo Giovanni Gv 14, 15-16. 23b-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».


Per la festa di pentecoste ci lasciamo guidare nella nostra riflessione dalla prima lettura. Il vangelo infatti ci presenta un brano di S.Giovanni sul quale abbiamo già riflettuto e pregato 15 giorni fa, in preparazione alla festa. I verbi sono tutti al futuro e pur offrendo le radici teologiche della festa odierna è in realtà un brano di attesa. Certo dobbiamo ricordare sempre che il dono dello spirito dipende dalla nostra osservanza dei comandamenti, che a sua volta deriva dal nostro amore per Gesù, ma oggi è giusto pensare alla realizzazione delle promesse e ai prodigi, che ancora vogliamo che lo Spirito compia, come segno della sua presenza.
Dei segni di potenza presentati da S:Luca nel brano degli atti degli apostoli, il più eclatante, quello che genera stupore e meraviglia, è il dono delle lingue. Per noi la differenza di lingue è solo legata alle diverse parole, da tradurre più o meno bene, per capirsi. Nell’antichità invece, la lingua rappresenta tutta la cultura, la tradizione, lo stile di vita di un popolo. Per questo Luca ci presenta l’elenco di tutti i 17 popoli allora conosciuti. In realtà lo Spirito vuole parlare quindi a tutte le culture, a tutti gli uomini e a tutto l’uomo. Anche noi dobbiamo accogliere lo spirito non come un dono superficiale, ma come la possibilità concreta di innervare tutta la nostra vita con la sua presenza. Il nostro stile di vita deve essere quello del cristiano, quello appunto di chi ama Gesù ed osserva i suoi comandamenti.


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