
Due stanze più in là Sonia stava scuotendo energicamente la testa: si chiedeva come la sorella riuscisse a divertirsi tanto! Lei sosteneva che molti programmi televisivi, come quelli che guardava la sua famiglia, riempissero il cervello di assurdità e cattivi esempi. "Come se non bastassero" disse tra sè e sè emettendo un lungo sospiro. Sonia aveva due anni in più della sorella ed amava leggere, inventare, giocare... non guardare le pubblicità dei cereali! Spesso la sera quando la sorella iniziava a cantare le sigle dei cartoni, Sonia si chiudeva in un mondo tutto suo fatto di streghe, orchi, folletti, nuvole di zucchero filato e ancora: principi, ranocchi, burattini di legno e fatine dai capelli turchini. Amava ricordare tutte le volte che, da piccole, avevano giocato insieme; rammentava con malinconia la vecchia cascina dalla quale si erano trasferiti; le scorrazzate tra i prati, gli scherzi agli animali e le risate che si erano fatte rubando le ciliegie ai vicini, erano le cose che le mancavano di più.
Poi però suo padre aveva deciso di trasferirsi in città e il resto della famiglia, seppur di malavoglia, l' aveva seguito. La madre e la figlia minore si erano addattate subito e con poca fatica al cambiamento, infatti la prima trovava più semplice fare la spesa ed avere contatti con il "Mondo Esterno"; la seconda dal canto suo, aveva apprezzato immediatamente la comodità, il relax e, soprattutto, la straordinaria invenzione della televisione. Sonia, invece, tutte le notti tornava presente, con la sua mente, nei prati verdi e nei campi dove ammirava il cielo stellato della campagna.

E se qualcuno le stesse spiando? E se quel qualcuno non avesse buone intenzioni? Mille dubbi le frullarono nella mente per tutta l'ora di matematica ma poi, all' intervallo se ne dimenticò...
...continua...
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