sabato 14 agosto 2010

Il papà della meteorologia

Per chi va a lavorare il macchina o ha il rito della radio a colazione, le previsioni meteo dello storico Gazzettino Padano sono state, fino ad oggi un punto di riferimento, per quella voce pacata e gentile del prof. Salvatore Furia. Questo poeta delle nuvole è morto in una notte di fulmini sopra Varese, dove lavorava all'Osservatorio Astronomico del Campo dei Fiori, di cui era fondatore. Come scrivono oggi i maggiori giornali, una previsione attesa come appuntamento quotidiano, che Furia proferiva da una parte con il linguaggio asciutto e tecnico del bollettino, dall'altra con poetici riferimenti alle fioriture del periodo e con l'immancabile augurio, specialmente quando il tempo volgeva al brutto e le giornate si accorciavano, di "pensieri positivi".
Era un po' la benedizione "urbi et orbi" di questo "Papa", per età ed esperienza, [...] nella consapevolezza che la meteorologia è scienza sì, ma con aspetti... d'arte. Perchè la fredda statistica, i calcoli complicati e dall'esito incerto fra mille variabili, le immagini satellitari ci dicono moltissimo, ma c'è sempre un quid che sfugge, che si fa beffe della pretesa umana di tutto sapere, tutto dominare.
E se occasionalmente un variabile diventava nuvoloso, un basso rischio di precipitazione sfociava in una grandinata, o se il cielo si apriva "a tradimento" quando già si era rinunciato alla gita fuori porta, l'umanità delle parole del Professore serviva a ricordare che agli uomini di scienza è concesso sapere molto, ma mai tutto.
E in quello spazio d'incertezza s'inseriscono gli scherzi del meteo.
O un augurio di pensieri positivi.

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