martedì 7 dicembre 2010

Il Vangelo della Domenica


Dal vangelo secondo Matteo Mt 3,1-12
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.
Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

La figura e soprattutto la parola di Giovanni il Battista sembrano oggi poco consone al periodo che stiamo vivendo, Ci stiamo preparando al S. Natale, una festa che si caratterizza per un clima generale di pace, gioia, serenità. Tutti i segni del Natale, il contorno tradizionale, ci invitano ad una atteggiamento gioioso e pieno di speranza. Giovanni invece, dopo averci invitato a riconoscere la presenza del regno di Dio in mezzo a noi, ci apostrofa come ’razza di vipere’ ricordando la scure pronta al taglio e il fuoco che brucerà inestinguibile. Ma sappiamo bene che queste immagini così forti hanno lo scopo di suscitare in noi santi desideri, di realizzare quei frutti degni di conversione che Dio si aspetta da noi. Davvero il sentimento principale deve essere quello della gioia e della serenità, ma non perché ci lasciamo distrarre dalle lucine o dai regali, cui tanto ci tiene la nostra società dei consumi. La gioia vera viene dalla consapevolezza di contribuire alla venuta del Signore Gesù con le nostre parole e opere tese a costruire la pace intorno a noi. Questi frutti degni di conversione, ci permettono di avvicinarci alle feste natalizie con il giusto spirito di accoglienza e disponibilità che Gesù vuole da noi.

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