lunedì 20 dicembre 2010

Il Vangelo della Domenica


Dal vangelo secondo Matteo Mt 1,18-24
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

La figura di Giuseppe è probabilmente quella che sentiamo più vicina alla nostra esperienza. Da una parte infatti egli si trova a vivere un ruolo importante nella storia della salvezza, ma senza aver scelto o chiesto la partecipazione. Un po’ come noi che ci troviamo ad essere cristiani, partecipi di una storia che ci fa essere più grandi di Giovanni il Battista, ma senza alcuna nostra richiesta. Né tantomeno ci è stato chiesto se volevamo ricevere il battesimo ed assumerci personalmente gli impegni del cristiano. Eppure Giuseppe accetta che la sua vita sia sconvolta da quello che è un segno dell’amore di Dio, un segno della sua fedeltà e del suo interesse per il genere umano. Per amore di Dio e per amore di Maria e, riconosciamolo, anche per amore di tutti noi, Giuseppe accetta il suo compito. Anche da noi Dio si aspetta una risposta d’amore alla sua offerta. Ora personalmente possiamo, anzi proprio per questo natale, dobbiamo accettare consapevolmente il progetto che Dio ha per ciascuno di noi. Lasciamo entrare Dio nella nostra storia e accettiamo che sia lui a guidare le nostre parole e le nostre opere.

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