Soffrono tutti di una letale e morbosa malattia, la solitudine che spesso è così trascurata nei bambini. Solitudine non materiale ma soprattutto di affetto e di attenzione. I genitori che spesso si affannano affinchè i loro figli non restino mai soli, troppo spesso no si rendono conto che questa rete protettiva si trasforma in un recinto, steso in perfetta buona fede, ma che li allontana dal mondo, che li isola non li protegge.
E così, in questo libro, troviamo Lorenzo, che da bambino iperattivo e allegro in trasforma in un adolescente triste e sconfitto, Annalisa, che vive la metamorfosi da bambina cicciona in anoressica senza speranza, Paolina, la figlia perfetta che finisce a vivere per strada travolta dalla droga, e Francesco, prosciugato dal computer e dal mondo virtuale che questo gli apre. Infine c'é Pietro, forse la storia più positiva o comunque non definitiva, che scappa da una famiglia allargata, che se lo rimbalza in continuazione, finché si dimenticò di scappare, forse perché era finita la stagione delle fughe o forse non ne ebbe più il tempo o il modo. O forse fu invece pechè si trovò bene nella nuova sistemazione, con qualcuno che apriva la porta quando ancora saliva le scale, in una casa dove era sempre il primo e il più importante.
Un libro da leggere per vedere la realtà con gli occhi di questi piccoli e riflettere un pochino su cosa diamo ai nostri figli, come attenzione, cura, affetto e presenza.
Il prossimo libro o meglio, visto il lungo periodo di vacanze natalizie, i libri sono due!
"Fuga dal Natale" di John Grisham
e
"Bianca come il latte, rossa come il sangue"
di Alessandro D'Avenia
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