giovedì 25 agosto 2011

Libri e sconti

Ieri sono stata in libreria a comprare il libro da leggere per il Club e mi è sembrato di entrare in un discount, sconti e ovunque sconti. Ma cosa sta succedendo?
In questa estate di decreti d'urgenza e finanziarie bis e tris, sta per entrare in vigore l'ennesimo provvedimento governativo che lascia basiti: la legge sul prezzo dei libri che ne regola anche gli sconti, limitandoli nelle percentuali e nel tempo, solo un mese all'anno e non oltre il 15% sul prezzo di vendita, con rarissime eccezioni fino al 25%.
Mi sono documentata in Internet e viene presentata come una forma di tutela delle piccole librerie, visto che, in Italia, il prezzo di copertina è deciso dalle case editrici, che di conseguenza decidono anche quali ritocchi apportare e a chi (megastore dal volume di vendite immani, ricordate il film "C'é posta per te?"), permettendo così ai piccoli librai di sopravvivere in quello che potrebbe diventare un Far West, dove l'unica legge che conta è quella del più forte.
Sono decisamente perplessa per una serie di motivi.
1) Perchè togliere gli sconti che spesso invogliamo a comprare libri anche in coloro che non sono grandi lettori? Ripiegheremo tutti sulle biblioteche?
2) Ma davvero in questo modo si aiutano le piccole realtà commerciali, togliendo loro potenziali clienti quindi incassi e sostentamento?
3) Non sarebbe forse più intelligente applicare le stesse condizioni di vendita sia al megastore che alla piccola libreria, a prescindere dal volume delle rispettive vendite, senza dover metter le mani nel portafoglio del lettore?
4) Com'è che gli editori ora si fanno "paladini" dei più deboli ma non hanno alcun rimorso quando spacciano, per nuove edizioni vincolando così l'acquisto, semplici make-up dei libri scolastici, gravando così (e in modo davvero pesante) sulle famiglie?
5) Non è che l'arrivo di Amazon sul mercato italiano, con la sua politica di sconti davvero importanti (fino al 40%) e in tutti i giorni dell'anno, dà fastidio i colossi dell'editoria, quelli che influenzano il mercato e anche le decisioni politiche?

Insomma ci ritroviamo cornuti e mazziati, con la non trascurabile differenza che quello che viene fatto passare in sordina e come un provvedimento minore è un autentico attentato alla cultura e a tutti quegli strumenti insostituibili per la formazione del singolo, come persona e come cittadino.
Io la penso così e non ci vedo chiaro.
Soffrirò, forse, di qualche strana malattia?

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