Dal vangelo secondo Giovanni Gv 16, 12-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Il salmo 8, pregato come salmo responsoriale, ci ricorda proprio che tutta la creazione è dono di Dio e l’onore di essere al vertice, per l’uomo, è il segno dell’amore di Dio. L’immagine di Dante, che vede nella trinità il motore d’amore che muove tutto, cerca di spiegare questa realtà. L’amore che rende possibile l’unità e trinità di Dio è così sovrabbondante che deve manifestarsi nella creazione dell’universo, fino all’uomo, e ancor di più poi nella redenzione. Viviamo il mistero della Trinità non solo come perfezione d’amore in sé, ma soprattutto come manifestazione dell’amore di Dio in ciascuno di noi. Sappiamo bene poi che l’amore che abbiamo ricevuto, se vogliamo essere degli figli del Padre celeste, lo dobbiamo condividere con tutti i nostri fratelli.